Piaghe torpide da decubito

Le ulcere da pressione — comunemente note come piaghe da decubito — sono lesioni dei tessuti molli che si sviluppano in corrispondenza delle sporgenze ossee, in pazienti immobilizzati o con ridotta mobilità. Si tratta di una complicanza frequente ma potenzialmente pericolosa, soprattutto quando si infetta o evolve verso forme gravi come la sepsi o l’osteomielite.

Dove si formano più spesso?

Le sedi più comuni di insorgenza delle ulcere da decubito sono:

  • Regione sacrale
  • Tuberosità ischiatiche
  • Grandi trocanteri (fianchi)

Chi è più a rischio?

Oltre all’immobilità, diversi fattori aumentano la probabilità di sviluppare queste lesioni:

  • Pelle fragile o disidratata
  • Malnutrizione o carenze proteiche
  • Stato di coscienza alterato o uso di sedativi
  • Incontinenza urinaria o fecale
  • Anemia, ipoalbuminemia, febbre, ipotensione
  • Vasculopatie periferiche
  • Disturbi metabolici

Anche una pressione moderata (60–70 mmHg) mantenuta per circa 2 ore consecutive è sufficiente a provocare danni irreversibili alla pelle, a causa dell’ischemia da compressione dei vasi sanguigni e linfatici.

Le complicanze più comuni

Le ulcere da pressione non trattate possono evolvere in:

  • Infezioni locali
  • Cellulite
  • Osteomielite
  • Sepsi

In presenza di questi segnali, è fondamentale intervenire tempestivamente per evitare danni estesi o irreversibili.

Il ruolo dell’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI)

L’Ossigenoterapia Iperbarica rappresenta una risorsa terapeutica avanzata nel trattamento delle piaghe da decubito, soprattutto in fase complicata o cronica. I suoi benefici includono:

  • Ossigenazione profonda dei tessuti, anche in caso di scarso flusso sanguigno
  • Effetto antiedemigeno, grazie alla vasocostrizione controllata
  • Azione battericida e batteriostatica, utile contro infezioni locali e sistemiche
  • Stimolazione della guarigione, anche in presenza di tessuti ischemici o necrotici

Quando iniziare l’OTI?

Il trattamento con OTI dovrebbe essere avviato il prima possibile, soprattutto nei casi in cui:

  • Le lesioni non guariscono con la terapia convenzionale
  • Si sospetta un’infezione sottostante
  • È presente un rischio elevato di necrosi o gangrena

Una diagnosi precoce e una terapia combinata (medica, chirurgica e iperbarica) possono fare la differenza nell’evoluzione della lesione e nella qualità della vita del paziente.

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