Osteoporosi post traumatica morbo di sudek

Processo di demineralizzazione ossea localizzato, conseguente a traumi anche lievi o banali.

La patologia si complica frequentemente per la comparsa di algoneurodistrofia caratterizzata da:

–          impotenza distrettuale

–          grave limitazione funzionale dei distretti articolari interessati

–          turbe vasomotorie locali

–          disturbi neurotrofici zonali

Il meccanismo patogenetico più accreditato viene individuato in un danno vascolare diretto e/o procurato da interferenze bioelettriche tra fibre somatiche (sensitive e motrici) e simpatiche, con depolarizzazione antidromica delle fibre sensitive da parte di impulsi trasmessi lungo le vie motrici (spasmi) e soprattutto simpatiche (dolore). Ne derivano modificazioni dapprima a carattere funzionale e poi organico che si traducono in un rapporto privilegiato per l’osteoclasta con alterazione dell’omeostasi calcio-fosforo.

Inoltre, l’immobilità determinata dal dolore e dall’impotenza funzionale porta ad un ulteriore depauperamento trasecolare.

La malattia presenta tre stadi evolutivi:

–          traumatico (edema)

–          distrofico (vasocostrizione)

–          atrofico (demineralizzazione)

Per quanto riguarda la diagnosi, alla radiografia si osserva un tipico quadro di porosi ossea “maculata”, con rilievo alla MOC di valori inferiori alla norma; inoltre mediante scintigrafia è possibile evidenziare un’aumentata attività nuclidica nella sede del processo.

La terapia comprende:

–          FKT

–          Blocco del sistema simpatico in grado di alleviare il dolore consentendo la mobilità dell’arto e la rimodulazione trofico-vascolare

–          Somministrazione di calcitonina

Il razionale dell’impiego dell’OTI nell’osteoporosi post-traumatica di Sudek si fonda sulle seguenti proprietà di tale procedura terapeutica: correzione della stasi o comunque delle turbe circolatorie; generazione di correnti ioniche, legate all’effetto barico, in grado di favorire i processi di mineralizzazione.

L’utilizzo dell’OTI nella malattia di Sudek si associa ad una rapida e notevole azione antidolorifica, evidenziando all’esame mineralometrico una tendenza al recupero dei valori normali.